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18/08/12

Pista ciclabile da Venezia a Torino


PICCOLE MA VERE GRANDI OPERE DA REALIZZARE

 " Una pista ciclabile da Venezia a Torino: “Creerà lavoro e indotto” Non è una grande opera e non ha corsie preferenziali in Parlamento. Si chiama VenTo. Un progetto che collegherà Venezia a Torino, passando da Milano, Piacenza, Parma e Ferrara. Niente cemento però, solo una lunghissima pista ciclabile che costeggerà il Po per 679 km passando attraverso
parchi e aree protette. Un’idea del Politecnico di Milano che costerà 80 milioni di euro chiavi in mano. Nulla se paragonato ai miliardi stanziati per autostrade, bretelle di collegamento e altre opere prioritarie ad alto utilizzo di cemento armato. “VenTo costerà come due chilometri di autostrada”, spiegano gli ideatori del progetto.

VenTo punta tutto sulle ricadute economiche che i 679 km potrebbero avere sul territorio. “I 40mila km di piste ciclabile tedesche producono un indotto di 8 miliardi di euro l’anno”. Per restare in Italia c’è l’esempio della Provincia di Trento, che con i suoi 200 km di piste riesce a portarsi a casa 80 milioni di euro ogni anno, 86 nel 2011. “Con VenTo potrebbero arrivare centinaia di migliaia di turisti desiderosi di attraversare i parchi e le aree protette lungo il Po. Una spinta per tante economie diffuse e per far ripartire la crescita”, spiegano dal Polimi. I dati fanno ben sperare: “In casi simili in Europa ogni chilometro di ciclabile nel giro di pochi anni ha generato un indotto variabile tra i 110mila e i 400mila euro per chilometro. Ogni cicloturista ha speso mediamente tra i 600 e i 1.800 euro negli ultimi due o tre anni”, spiega il sito ufficiale. I conti sono presto fatti: male che vada VenTo potrebbe portare a un incasso di oltre settanta milioni di euro l’anno. Ma secondo Paolo Pileri, responsabile scientifico di VenTo, l’indotto potrebbe toccare quota 100 milioni ogni 12 mesi. “E’ questa la vera green economy che porta sviluppo stabile a tante piccole realtà”. Il perché è presto detto, e basta guardare il tracciato immaginato per la ciclabile. Saranno 15 i parchi attraversati, per un totale di 266 chilometri in mezzo alla natura: 85 in Piemonte, 27 in Emilia Romagna, 50 in Veneto e ben 104 in Lombardia.

Cosa serve per realizzare Vento? Solo la volontà politica, perché parte del tracciato è praticamente già pronta. A ospitare quasi metà della ciclabile saranno gli argini del Po, che con le leggi attuali possono essere percorsi solo da mezzi agricoli e polizia fluviale. “Basta la volontà di una firma, un accordo tra le quattro Regioni e gli enti fluviali e il coraggio di stabilire che gli argini sono solo ciclabili e utilizzabili dai frontisti. Con alcune centinaia di migliaia di euro si potrebbero poi rimuovere sbarre e sbarramenti e fare quelle due sistemazioni banali necessarie a rendere percorribili gli argini”, spiega il Politecnico di Milano. Così il 42% dei 679km di VenTo diventerebbe ciclabile e pronto all’utilizzo. Un centinaio di km sono invece già realizzati, anche se sparsi qua e là. Mancherebbero alcuni interventi di peso maggiore per superare dislivelli e costruire attraversamenti sul Po adatti alle bici, soprattutto nelle provincie di Alessandria, Pavia, Mantova e Rovigo.

Senza un coordinamento tra le quattro Regioni nulla potrà essere realizzato. Per questo si stanno attivando alcuni consiglieri regionali. In Lombardia a luglio Giuseppe Civati e Agostino Alloni hanno depositato un’interrogazione. Se ne discuterà il prossimo 6 settembre. In Emilia Romagna si sta muovendo invece il democratico Thomas Casadei: “La bicistrada sarebbe un’alternativa ottima allo spostamento in macchina tra paesi vicini e contribuirebbe ad alleggerire il traffico, producendo effetti benefici per tutti. Credo che la Regione Emilia-Romagna dovrebbe seriamente prendere in esame e promuovere questo progetto, contribuendo a dare il via formale alla sua realizzazione”.



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16/08/12

BENZINA ANNACQUATA E PISTOLE TRUCCATE




ROMA — Benzina annacquata, colonnine truccate, contatori falsati, abusi sui prezzi, sigilli manomessi. Quando finalmente l’Italia va in vacanza, senza fiato e quest’anno a corto di quattrini, come se non bastasse il caro carburante, arriva pure la truffa alla pompa.
Nelle prime due settimane di agosto, soprattutto nei giorni di traffico a “bollino nero”, la Guardia di finanza ha scoperto che nel 15 per cento di 2.400 impianti controllati su strade e autostrade sono state commesse delle irregolarità: 350 i casi denunciati. Le verifiche sono state organizzate per evitare brutte sorprese agli automobilisti nell’esodo d’agosto. In mezzo all’ingorgo diretto al mare sono state controllate le effettive quantità di carburante erogato, la qualità del prodotto e la corrispondenza tra i prezzi indicati e quelli applicati. E si è scoperto che ai distributori il pieno è un imbroglio. Nei casi più gravi sono stati denunciati 23 gestori per frode in commercio e sequestrate 53 colonnine e pistole erogatrici che fornivano meno di quanto segnalato. Il tutto con un costo del rifornimento che non cessa mai di aumentare. Due gestori a Palermo vendevano gasolio risultato annacquato con sostanze chimiche di bassa qualità: olio sintetico pari al 30 per cento del prodotto, in un caso, e carburante allungato con sostanze non adatte all’autotrazione, nell’altro.
È il caro-benzina a innescare i trucchi per risparmiare, dalle raffinerie che forniscono prodotti riscaldati che poi si raffreddano e diminuiscono di volume e quindi di litri a quanti allungano i combustibili aggiungendo della semplice acqua. Nel capoluogo siciliano è risultato “a rischio” un impianto su tre. I furbetti della tara sono parecchi. In Sicilia e in Liguria sono stati sequestrati 21.079 litri. Altri 132 gestori sono stati sanzionati per violazione alla disciplina sui prezzi e 18 benzinai per la rimozione dei sigilli che assicurano il corretto e regolare funzionamento degli impianti. In 197 casi è stata avviata la procedura per la revisione degli erogatori da parte dell’Ufficio Metrico della Camera di Commercio, che dovrà procedere ad una nuova taratura.
La categoria minimizza. «I dati sulle irregolarità — dice Alessandro Zavalloni, segretario della Fegica Cisl — sono fisiologici nel commercio e nel settore. Non mi sembra che ci siano differenze straordinarie rispetto a controlli del passato». La Guardia di finanza invece precisa che le frodi sui carburanti colpiscono non solo gli automobilisti ma anche le casse dello Stato. «Infatti, la miscelazione con prodotti petroliferi diversi, non soggetti ad imposte e di minor costo, da un lato fornisce agli utenti un prodotto scadente quando non dannoso per la meccanica dell’auto, dall’altro consente di creare riserve occulte di carburante venduto separatamente in nero».
Tra i casi più eclatanti scoperti negli ultimi mesi, quello denunciato dalle “fiamme gialle” di Sondrio che hanno scoperto 56 aziende lombarde e piemontesi che da Livigno hanno contrabbandato quasi un milione di litri di gasolio installando serbatoi supplementari nei propri camion. La legge consente infatti di introdurre nel territorio dello Stato, in esenzione dal pagamento di imposte, esclusivamente il carburante contenuto nel serbatoio “di serie” dalla casa costruttrice. E ancora un episodio a Palermo, dove due pregiudicati avevano aperto una pompa di benzina completamente abusiva in un’area recintata, videosorvegliata e chiusa da un cancello elettrico comandato a distanza, cui potevano accedere soltanto gli autotrasportatori conosciuti. Il gasolio era contenuto in cisterne nascoste in container o autocarri parcheggiati nel piazzale. La Guardia di finanza avverte: è boom della benzina di contrabbando.

di Elsa Vinci

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05/08/12

Cagliari produrrà l’auto spinta da aria compressa


Cagliari produrrà l’auto spinta da aria compressa

L’AirPod costerà 7000 euro, raggiungerà la velocità massima di 80 km all’ora. Non avrà volante ma un joystick che consentirà di parcheggiarla in verticale
La AirPod prodotta dalla Motor Development International (MDI) in partnership con Tata Motors, super leggera ed alimentata ad aria appunto; 7 Kw per una velocità massima di 80 km/h e presentata
ieri presso l' area portuale di Cagliari.

Costerà 7000 euro e il primo modello ad arrivare sarà una city car, seguito poi da una gamma infinita di modelli, dalla berlina da famiglia alla vetturetta per 14enni al Bus, passando per il veicolo commerciale, il trattore e il container.


CAGLIARI. «Metti l' aria nel serbatoio dell' auto». Sarà probabilmente una frase del genere che ci sentiremo dire dalla metà del 2013, data alla quale sarà commercializzata la prima auto ad aria compressa : la AirPod prodotta dalla Motor Development International (MDI) in partnership con Tata Motors, super leggera ed alimentata ad aria appunto; 7 Kw per una velocità massima di 80 km/h e presentata ieri presso l' area portuale di Cagliari. Costerà 7000 euro e il primo modello ad arrivare sarà una city car, seguito poi da una gamma infinita di modelli, dalla berlina da famiglia alla vetturetta per 14enni al Bus, passando per il veicolo commerciale, il trattore e il container. Non manca nulla, perfino un motore da attaccare a casa ad una presa di corrente per usarlo come generatore in caso di emergenza. Questa AirPod potrebbe essere un ottima alternativa al costo dei carburanti tradizionali, all' inquinamento dei motori a scoppio e all' inesorabile consumo del petrolio. Dice l' imprenditore Massimo Locci che delle 20 fabbriche che si prevede di costruire sul territorio italiano «quella in Sardegna sarà la prima, giacchè la Sardegna deve avere un ruolo guida nella produzione dei veicoli alimentati ad energia alternativa. Il mondo cambia velocemente e la tecnologia non può attendere i tempi della burocrazia». Proprio per questo il presidente dell' Autorità Portuale Piergiorgio Massidda è intenzionato in ogni modo ad andare incontro al progetto di Locci e compagni concedendo i 900 ettari del Porto Canale e anticipando di voler realizzare il porto franco fiscale di cui ha parlato con il presidente del consiglio Monti, per realizzare il "Green Port" e farne la porta dell' Africa sia in entrata che in uscita, «dato che il futuro è in quei mercati». Guy Negre, fondatore della MDI, un passato in Formula1 con la Wiliams accetta di rispondere ad alcune domande. «La piccola AirPod- dice –ha 7 Kw, e una velocità massima di 80 Km/h, si ricarica in 3 minuti. Inoltre come aggiunge il socio Verdiani "avremo una fabbrica a Km 0. L' 80% del veicolo sarà prodotto in loco, dando lavoro e lasciando quindi i soldi sul territorio. E fa notare come l' auto si piloti con un joystick elettromeccanico che permette di "parcheggiare l' auto anche verticalmente rispetto al marciapiede facendo scendere i passeggeri sempre direttamente su questo, in totale sicurezza»

 di Michele Ciampi 

 http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/07/13/news/cagliari-produrra-l-auto-spinta-da-aria-compressa-1.5396585

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